“La banda degli invisibili” di Fabio Bartolomei è un libro che fa sorridere e nello stesso tempo riflettere; innanzi tutto siamo attratti dal titolo, che ci mostra una capacità di empatia con la condizione anziana fuori dal comune: sentirsi invisibili è l’esperienza esistenziale che accomuna tanti vecchi,che pur vivendo in mezzo alla gente come sempre scoprono con amarezza di essere diventati invisibili, di essere attraversati dallo sguardo degli altri, in cerca di mete più attrattive, percorrendo a rovescio l’antico gioco dell’infanzia, quando si fingeva di essere trasparenti per ascoltare i discorsi dei grandi. Angelo, il protagonista del romanzo, è un anziano di ottantasette anni, che per uscire da questa condizione, insieme ai suoi tre inseparabili amici pianifica un po’ sul serio e un po’ per gioco un piano per rapire il premier Silvio Berlusconi. Questa banda di improbabili sequestratori riuscirà nell’impresa, proprio cogliendo tutti di sorpresa. Se la trama è assolutamente surreale i personaggi sono invece molto realistici: ex-partigiani e combattenti, che dopo una lunga vita di lavoro si ritrovano con una pensione minima, e , come spesso accade, nel momento in cui si moltiplicano le difficoltà quotidiane le visite dei parenti si fanno sempre più rare. Allora almeno questi anziani si aiutano a vicenda: offrono il pranzo al più indigente del gruppo e sostengono chi si ammala e va in ospedale. Il piano per sequestrare il premier matura all’inizio con il desiderio di dimostrarsi ancora capaci di gesta eroiche, come quando si combatteva da partigiani. Lo scopo è quello di far riflettere una classe politica sempre più lontana dai cittadini e spiegare loro i bisogni degli anziani. L’autore coglie bene i pensieri e le aspettative di tanti vecchi ed offre uno spaccato della loro vita quotidiana. La scelta del rapimento è dettata da una voglia di ribellione contro una società che considera chi è avanti negli anni marginale e periferico. Il principale pregio del romanzo è sicuramente quello di restituire agli anziani il ruolo che meritano e di collocarli al centro di questa storia.
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