La Comunità di Sant’Egidio esprime profondo dolore e preoccupazione per due recenti vicende che hanno scosso la nostra città di Roma e il nostro Paese, rivelando il dramma della solitudine e della fragilità degli anziani, spesso dimenticati e resi invisibili.

La prima notizia riguarda Angela e Amelia, due sorelle di 93 e 87 anni, trovate senza vita nel loro appartamento nel quartiere Prati a Roma. I loro corpi sono stati scoperti solo dopo mesi di incredibile silenzio, quando ormai era troppo tardi. Angela e Amelia vivevano sole, in un isolamento che è diventato, purtroppo, la loro condanna. La loro storia è un grido silenzioso che ci interroga tutti: come è possibile che due persone possano scomparire nel cuore di una grande città senza che nessuno se ne accorga?

La seconda vicenda, altrettanto drammatica, è quella di una casa di riposo alle porte di Roma, dove sono emersi casi di maltrattamenti e persino violenze sessuali nei confronti degli ospiti anziani. È l’ennesimo episodio di e abusi gravissimi in una struttura socio-sanitaria che dovrebbe garantire “protezione” ai ricoverati: il dolore e la sofferenza inflitti a persone già fragili rimangono una ferita aperta per l’intera comunità, a cui non rifiutiamo di abituarci.

Entrambe le notizie mettono in luce problemi profondi: la solitudine degli anziani, la scarsa assistenza, la mancanza di alternative all’istituzionalizzazione e l’insufficienza di un sistema di cura che metta al centro la persona. Ha ragione Papa Francesco che continua a ripetere che gli anziani vengono percepiti come un peso, uno “scarto”, anziché come una risorsa di memoria, saggezza e affetto. La loro solitudine non è solo fisica, ma anche sociale e affettiva, e si aggrava in una società sempre più frammentata.

Inoltre, mentre a Roma si celebra il Giubileo della Speranza, questi episodi ci spingono a riflettere su come la città debba prepararsi non solo come luogo di pellegrinaggio spirituale, ma anche come comunità che sa accogliere e prendersi cura dei suoi membri più fragili. Il Giubileo deve essere un momento di rinnovamento non solo spirituale, ma anche sociale, dove la speranza si concretizza in azioni di solidarietà e inclusione.

La Comunità di Sant’Egidio, attraverso il Programma “Viva gli Anziani!”, da anni promuove un modello di assistenza di prossimità che punta a prevenire l’isolamento e a sostenere gli anziani nelle loro case, là dove desiderano vivere. Questo approccio, basato sulla vicinanza e sull’accompagnamento, è una risposta concreta alla solitudine e alla fragilità, ma deve essere sostenuto da politiche pubbliche adeguate. Riponiamo ancora speranza nell’attuazione della legge 33/2023, che prevede interventi per l’invecchiamento attivo, il co-housing e sostegni alle cure domiciliari, ma è necessario che le istituzioni accelerino i tempi e garantiscano risorse adeguate.

Tuttavia, non basta delegare alle istituzioni. È fondamentale che tutti si sentano coinvolti e responsabili, prestando attenzione agli “invisibili” che vivono accanto a noi: un vicino di casa, un anziano che non vediamo più, una voce che non sentiamo da tempo. La cura degli anziani è un segno di civiltà.

La Comunità di Sant’Egidio continuerà a lavorare instancabilmente per costruire una società più solidale, dove nessuno sia lasciato solo. Invitiamo tutti a unirsi a noi in questa missione, perché ogni vita, a qualsiasi età, è preziosa e merita di essere protetta e amata.