di Marco Impagliazzo su La Nuova Sardegna del 22 gennaio 2023
La legge delega per le politiche in favore delle persone anziane, approvata dal Consiglio dei ministri, ha l’obiettivo di realizzare una riforma innovativa per l’intero Paese, di grande interesse anche per la Sardegna. L’isola risulta infatti, secondo le ultime rilevazioni Istat, tra le più longeve d’Italia, con il 24,4 per cento di ultrasessantacinquenni contro il 23,2 della media nazionale. E, com’è noto, detiene nell’Ogliastra, a Perdasdefogu, il primato della maggiore concentrazione del mondo di ultracentenari, ben quattro ogni mille abitanti.
Ma come accade in gran parte del paese, alla grande conquista dell’età avanzata dovuta al progresso della medicina, non corrisponde però un’adeguata attenzione e cura, soprattutto per quanto riguarda, in particolare, le persone non più autosufficienti.
E’ soprattutto a loro, oltre che alla popolazione anziana nel suo complesso, che si rivolge la riforma approvata dal Cdm e che ora deve passare all’esame del Parlamento, da licenziare in tempi brevi (entro il 31 marzo). Un lascito del governo Draghi che l’attuale maggioranza ha deciso di sposare per il suo valore, ampiamente condiviso da tutte le forze politiche. Una legge che si può riassumere con queste semplici parole: garantire agli anziani e alle persone con disabilità un’assistenza e una cura sanitaria il più possibile presso la propria abitazione in modo da evitarne l’isolamento e, in molti casi, la totale estraniazione dal tessuto sociale e civile in cui si è sempre vissuti.
Il voto di oggi del governo è il risultato di un prezioso e tenace lavoro svolto a suo tempo dalla Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, presieduta da monsignor Vincenzo Paglia, e successivamente da quella interministeriale voluta da Mario Draghi. Si tratta di una svolta che riguarda le condizioni di vita di 14 milioni di cittadini (tra cui oltre 3 milioni di non autosufficienti), ma anche la concezione stessa di cosa vuol dire essere anziani.
Del resto, permettere che gli anziani restino a casa propria anche se malati, grazie a cure domiciliari che evitino il loro ricovero, non è solo una grande conquista di civiltà, ma anche una grande convenienza per la collettività. Basta pensare che il rapporto 2022 sulle dimissioni ospedaliere in Italia denuncia il fatto che su 5 milioni circa di ricoveri, ben 1,3 sono considerati “inappropriati” e la carenza dei servizi domiciIlari fa spendere alle casse dello Stato circa 12 miliardi all’anno per tenere nelle Rsa circa 280.000 anziani, quando ne sborsa appena 2 per 2,3 milioni di anziani che vivono a casa in condizioni di difficoltà.
Oltre al fenomeno della non autosufficienza, la riforma affronta anche quello più complessivo della fragilità, elaborando un sistema di prevenzione che riguarda l’invecchiamento attivo e la lotta alla solitudine. Importante, per la sua realizzazione, sarà la valorizzazione del ruolo che già svolgono in questo settore società civile, terzo settore e volontariato, in un mix tra pubblico e privato che è una preziosa peculiarità italiana.
In altre parole: si va verso una crescente attenzione alla persona ed ai servizi e una relativizzazione delle strutture, a partire dalle Rsa, che hanno dimostrato tutto il loro lato critico durante la pandemia. E’ importante che d’ora in poi si dia finalmente un taglio agli interventi una tantum, puntando su servizi di rete, assistenza domiciliare continuativa e veramente integrata, davvero importante anche nei piccoli Comuni.
La legge ha l’ambizione di ridisegnare una visione ed un orizzonte nuovo per gli anziani introducendo anche nuove soluzioni in tema di cohousing, centri multiservizi, continuità assistenziale ospedale-territorio, che avranno bisogno di una progettazione comune alle diverse istituzioni e alla società civile. Può e deve essere anche un messaggio di speranza, nel momento di crisi che stiamo vivendo: la vecchiaia non può essere considerata solo come l’età del declino, ma un’età da vivere, come le altre, con dignità e il “naturale” accompagnamento dei propri affetti, amicizie e relazioni che arricchiscono la nostra vita.
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