Margherita Giacobino nel suo ultimo romanzo “L’età ridicola” ci descrive in maniera coinvolgente un’anziana novantenne, che vive sola a Torino in compagnia di vecchi ricordi e del gatto Veleno. Dalla morte della sua compagna di una vita , le sue giornate trascorrono lentamente con l’unica compagnia della giovane badante Gabriela e dell’amica storica Malvina. Quando quest’ultima sempre più confusa viene rinchiusa in una casa di riposo, le sue giornate divengono ancora più vuote. Per fortuna le rimane accanto Gabriela, con la sua giovinezza e simpatia. Gabriela proviene di Paesi dell’est, ha una famiglia sgangherata su cui non può contare, e un pretendente violento e possessivo di nome Dorian. La principale ragione di vita dell’anziana signora, oltre alle visite a Malvina, è il tentativo di difendere in tutti i modi la sua badante. Quando Gabriela le confida che Dorian oltre a minacciarla continuamente è anche un aspirante terrorista la vecchia, di cui non sapremo mai il nome, si fa ancor più determinata.
Tutto il libro è centrato sull’empatia tra le due donne: un’anziana sola e abbandonata da tutti e una donna dell’est, giovane e in forze, ma anche lei sola in un paese straniero. Il romanzo tratta dunque, attraverso la storia della loro amicizia, i temi difficili dell’integrazione e della solitudine degli anziani. Nell’alleanza con un’anziana signora, Gabriela troverà la strada per tirarsi fuori dai guai in un finale sorprendente ed amaro al tempo stesso.
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