Riceviamo e volentieri diamo diffusione al contributo di Filippo Di Blasi, giovane web master, che analizza il rapporto fra la generazione più anziana e le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, nella prospettiva di supporto alla domiciliarità.
Una delle massime più diffuse nel mondo dell’informatica vuole che il tempo nel mondo dell’IT scorra assai più velocemente che nel mondo tradizionale. Quello che succede in un anno informatico è pari ad almeno due anni umani. Einstein ne sarebbe stato contento. Se l’industria automobilistica seguisse gli stessi ritmi, probabilmente oggi ciascuno avrebbe a disposizione la propria aeronave a levitazione magnetica a emissioni zero. L’avvento di Internet ha esasperato l’innovazione dei processi, proprio quando l’evoluzione dell’hardware sembrava cominciare a risentire dei limiti fisici dell’industria manifatturiera. Cosa vuol dire innovare un processo? E cosa c’entra nel contesto degli anziani?
Il passaggio-chiave è la diffusione della consapevolezza delle nuove opportunità offerte dalle tecnologie digitali. Spesso significa rimettere in discussione molti pregiudizi, pensare in grande (che in Italia significa porsi come orizzonte, almeno, l’Europa), studiare molto e pensare a lungo termine. In altri termini, le nuove tecnologie possono abilitare lo sviluppo di grandi idee che finora non hanno trovato spazio. Per dirla con Marc Augé «La contemporaneità non si limita all’attualità e si coniuga al futuro anteriore». Se dietro non c’è un pensiero innovativo, anche la tecnologia più avanzata rimane infatti uno strumento fine a se stesso. Un esempio? Secondo gli ultimi dati diffusi da Audiweb a dicembre 2014
<http://www.audiweb.it/dati/online-report-audiweb-trends-diffusione-di-internet-in-italia-dicembre-2014/>, sono quasi 28 milioni gli italiani fino a 74 anni che accedono ad Internet da uno smartphone, ovvero il 59% degli individui, con un balzo in avanti rispetto all’anno precedente del 26%. E’ presumibile immaginare che nei prossimi 5-10 anni il pubblico degli utilizzatori di cellulari smartphone si arricchisca massicciamente di persone anziane. Per premunirsi dallo scetticismo è utile ricordare qual era il panorama della telefonia in mobilità solo 15 anni fa.Tutti gli smartphone sono dotati di giroscopi, accelerometri e capacità di geolocalizzazione. In parole povere permettono di ottenere l’esatta posizione di una persona nello spazio, del suo contesto fisico (sta seduta, in piedi, in movimento), se sta muovendosi in aereo, in auto o in bicicletta. Anche se è in difficoltà o è rilassata.
Non parliamo di apparecchi che sono solo telefoni ma anche telecamere e microfoni, con la possibilità di aggiungere una serie di sensori in grado di rilevare la temperatura, la pressione atmosferica e la qualità dell’aria. Sensori più costosi (collegati ad allarmi antincendio per esempio) possono rilevare l’anidride carbonica, l’ossido di carbonio e altri gas dispersi nell’ambiente circostante.
I dati raccolti possono essere inviati in tempo reale ad un punto remoto per essere elaborati ma, è qui la novità, possono anche ricevere delle istruzioni. Istruzioni da visualizzare sullo schermo, istruzioni da ascoltare, istruzioni da eseguire tramite app software, istruzioni per altri dispositivi connessi allo smartphone. Applicazioni, insomma, in grado di comunicare con gli elettrodomestici, con il contatore elettrico nonché con sensori ed oggetti della casa sfruttando anche la capacità di interagire con i gesti, con i comandi vocali e con la realtà aumentata.
Il futuro assomiglia a questo: apparecchiature usate non solo per la comunicazione, la ricerca di informazioni o l’intrattenimento ma una vera e propria centralina di comando di sensori e dispositivi dell’ambiente circostante.
All’Istituto Superiore di Sanità ci si sta inoltre interrogando sull’importanza di integrazione della cartella clinica con la storia del paziente (IMR – Integrated Medical Records).
Il futuro assomiglia anche a questo: “telefoni” usati per il monitoraggio e la conservazione della propria storia clinica che, all’occorrenza e con semplicità, possano essere utilizzati per formulare la diagnosi, accompagnare la persona nel percorso clinico e favorire una migliore adesione alle cure.
Le potenzialità nel campo della telemedicina, della teleassistenza, del sostegno alla domiciliarità sono smisurate. Molte soluzioni saranno già disponibili nel prossimo futuro e forniranno argomenti ulteriori a chi già oggi si batte per la scelta di rimanere a casa propria da anziani.
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