Non è questo il tempo opportuno per parlare di influenza e delle sue conseguenze sulla salute degli anziani… Invece sì, considerando anche quanto avvenuto quest’anno in Italia, dove si sono registrati alti tassi di mortalità correlati alle complicanze da epidemia influenzale. Di questo si è discusso il 19 aprile al Ministero della Salute, nell’ambito del convegno “La longevità nasce dalla prevenzione. Il contributo della vaccinazione per la salute dell’anziano”, promosso da Italia Longeva, la rete nazionale di ricerca sull’invecchiamento e la longevità attiva, istituita dal Ministero della Salute con la Regione Marche e l’IRCCS INRCA – Istituto Nazionale Ricerca e Cura Anziani. L’età avanzata rappresenta di per sé un fattore di rischio e va protetta con opportune azioni di prevenzione, per evitare l’aumento dei fenomeni di comorbilità e le loro devastanti conseguenze. In Italia l’influenza è ancora oggi la terza causa di morte per patologia infettiva, dopo AIDS e tubercolosi. Ogni anno vengono colpite in media 4 milioni di persone. Negli anziani la malattia può causare complicanze tali da rendere necessario il ricovero ospedaliero, portare alla perdita dell’autosufficienza e, in casi estremi, alla morte. Sono circa 8.000 all’anno i decessi correlabili all’influenza, di cui l’80% è rappresentato da anziani. Alti tassi di mortalità si registrano anche per la polmonite pneumococcica, causa del 2% dei ricoveri ospedalieri con degenza superiore ai 10 giorni in Europa. Secondo i dati Istat, nel 2012 in Italia sono morte oltre 9.200 persone con più di 65 anni a causa dell’infezione; oltre 100.000 sono stati gli anziani dimessi per polmonite in seguito a ricovero ospedaliero. Secondo un’indagine realizzata dal Censis, la popolazione anziana ha una conoscenza piuttosto imprecisa delle vaccinazioni come strumento di prevenzione. Dagli ultimi dati disponibili per la stagione antinfluenzale 2013-2014, risulta infatti che solo il 55,4% della popolazione di età pari o superiore a 65 anni si è vaccinata, realizzando un tasso di copertura ben al di sotto degli obiettivi di Sanità pubblica indicati da OMS e Consiglio Europeo, che sono del 75% come soglia minima e del 95% come soglia ottimale. La vaccinazione rimane lo strumento più efficace per la prevenzione delle malattie infettive. È pertanto importante fare corretta informazione ai cittadini, sottolineando che la vaccinazione rappresenta una risorsa, non una minaccia, che contribuisce a guadagnare anni in buona salute. I malintesi comunicativi concorrono a determinare un calo delle vaccinazioni, osservabile ad esempio nel caso della vaccinazione anti-influenzale nell’anno 2014/2015, mai così bassa come negli ultimi anni (-20-30%). Raggiungendo invece un tasso di copertura vaccinale per l’influenza del 75%, è stato stimato che in Europa si potrebbero risparmiare 35.000 vite e 438 milioni di euro ogni anno. Per tutti questi motivi, il lavoro di prevenzione svolto dal Programma “Viva gli Anziani!” della Comunità si Sant’Egidio, è indirizzato alla popolazione anziana più fragile, quella degli over 75, dove l’esposizione ai rischi della comorbilità è più alta. Per questo target sono pensati una serie di interventi, quali il monitoraggio attivo – telefonico e domiciliare -, l’informazione puntuale sui vantaggi della vaccinazione anti influenzale e tanto altro. Non è vero infatti che gli anziani non aderiscano alle azioni di prevenzione, che gli vengano proposte, quando queste sono correlate al rapporto di fiducia che si crea con gli operatori, insieme alle dovute informazioni, che si ha diritto di avere in forma compiuta.
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