E’ stato presentato oggi nella sede della Camera di Commercio di Roma, il Secondo Rapporto sulla povertà a Roma e nel Lazio 2012 realizzato dalla Comunità di Sant’Egidio. Un volume che non si limita ad analizzare con categorie sociologiche il tema della povertà, ma guarda ai poveri come a persone che hanno storie, volti e nomi; non limitandosi solo ad una analisi della situazione, ma tentando di offrire risposte e soluzioni. Per “vivere meglio, invece che peggio, al tempo della crisi” come propone Mario Marazziti nell’introduzione al volume.
Di anziani si parla diffusamente nel volume, fin dal primo capitolo intitolato “Isolamento e solitudine, nuova povertà. L’importanza delle relazioni nei nuovi contesti urbani”. La solitudine come “povertà relazionale” che incide profondamente in termini di salute e di qualità della vita. In tal senso sono molto interessanti le proposte sperimentate dalla Comunità di Sant’Egidio per contrastare la solitudine e l’isolamento sociale particolarmente degli anziani, come il programma “Viva gli Anziani”, operativo a Roma nei quartieri Trastevere, Testaccio ed Esquilino che ha creato vere e proprie “reti di quartiere” per non lasciare soli gli anziani nei momenti critici.
Di anziani si parla poi diffusamente nel secondo capitolo del Rapporto in cui si evidenziano le carenze dell’assistenza e delle cure per una popolazione anziana in crescita che si avvicina al 20% della popolazione residente. Malattia e scarse risorse economiche sono fattori determinanti per l’allontanamento definitivo dal proprio domicilio, ma le strutture di accoglienza sono collocate in Comuni lontani dalla zona di origine degli anziani ospitati aggravando in tal modo la perdita di contatto con il territorio e i legami amicali e familiari e rendendo difficile l’aiuto nelle cure ed il mantenimento di una socialità attiva.
E’ quindi necessario un approccio “creativo” per escogitare soluzioni abitative alternative per gli anziani come risulta efficace l’esempio delle “convivenze” che mettendo insieme due o più fragilità e diventano una soluzione economica e socialmente convincente di affrontare le difficoltà della vecchiaia. (vedi nostro precedente articolo sulle esperienze di cohousing e di casa famiglia.)
Occorre però guardare al fenomeno con uno sguardo nuovo, partendo dal fatto che, come ha ricordato Mario Marazziti : “Eurostat ci ricorda che anziani e immigrati sono la massima risorsa europea. Il problema è approntare misure per trasformare questo in un’opportunità”.
L’esempio del programma “Viva gli anziani”, già in atto in alcune zone di Roma, permette di verificarne il vantaggio non solo sociale (minor ricorso ai servizi di sanità pubblica…) ma anche il conseguente vantaggio economico. “Andare meno al pronto soccorso, mettere in rete i servizi che esistono, è un costo in meno e ha creato posti di lavoro per giovani e immigrati. Si può fare per tutto il Lazio: potrebbe essere la prima regione a risparmiare e a rendere vecchiaia migliore”.
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