Sanremo spesso offre spunti di riflessione che vanno oltre la musica, toccando temi di attualità. È il caso di Quando sarai piccola di Simone Cristicchi, un brano che racconta il legame tra un figlio e la madre colpita da un grave decadimento cognitivo. Una canzone che ha diviso l’opinione pubblica: c’è chi l’ha trovata toccante e chi ha criticato la sua rappresentazione del caregiving. Ma, al di là del dibattito, il tema che emerge è centrale per il futuro della nostra società: come possiamo sostenere chi si prende cura degli anziani e delle persone fragili? Sergio Casali, docente e membro della Comunità di Sant’Egidio, riflette su questo nel suo articolo, che riproponiamo qui, per continuare a dare voce a una questione che riguarda sempre più famiglie italiane.
NON LASCIAMO SOLI I CRISTICCHI E LE LORO MAMME
di Sergio Casali su il Secolo XIX del 15 febbraio 2025
Una canzone che «ti emoziona e ti strazia l`anima». No, un brano «ridondante», che romanticizza una malattia «che di romantico ha molto poco». La canzone “Quando sarai piccola” di Simone Cristicchi in gara a Sanremo tocca corde profonde e si avvicina a una sfera intima, quella del rapporto di un figlio con la madre che affronta un grave decadimento cognitivo. E una storia vicina a quella di tanti italiani, e forse è anche per questo che c`è chi – spesso perché coinvolto in una sfida così impegnativa – ha commentato con disappunto, definendola una canzone “che imbelletta l`orrore e punta alla pancia”. E sui social network la blogger Selvaggia Lucarelli ha affossato il brano: «Gli applausi – ha scritto – sono per chi canta. Chi cura è quasi sempre solo, senza applausi, senza riconoscimenti. E non vince nulla. Perché non è una gara aperta. Si perde, sempre».
E, questa, un`amarezza di cui bisogna tenere conto, che coinvolge tantissimi italiani che si impegnano ogni giorno per tenere a casa il genitore non autosufficiente. E in Liguria, regione “laboratorio” dell`inverno demografico, in cui il 10% della popolazione ha più di 80 anni e i caregiver sono circa 220 mila, tantissimi si saranno riconosciuti nella tenerezza del figlio che da adulto prova a restituire a sua madre «tutto quell`amore che gli ha dato», standole vicino «come non aveva fatto mai».
Ma probabilmente avranno anche compreso l`avvilimento di chi, nel prendersi cura di un anziano o un disabile, percepisce tutto il peso della fatica e il penoso senso di abbandono di cui parla Lucarelli. Alla fine quella di Cristicchi è una storia d`amore, e le storie d`amore cantate al Festival non sono dei trattati di sociologia, ma raccontano un sentimento semplice, universale.
Senza paura di sembrare ingenue o poco sofisticate. Facendo ciò, ci aiutano a guardare una realtà nascosta, e a comprendere che questo – come da anni ripete Vincenzo Paglia – è un problema insieme culturale e politico: bisogna saper “immaginare” una società diversa, che tenga conto dell`invecchiamento della popolazione, investendo nella cura domiciliare delle persone fragili. Perché chi tiene con orgoglio a casa sua mamma non sia lasciato solo, ma sia sostenuto da tutta la collettività. Sennò, restano solo canzonette.
Canzoni, cura e solitudine: il messaggio dietro il brano di Cristicchi
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La Comunità di Sant’Egidio, dai primi anni '70, guarda con amicizia e simpatia al mondo degli anziani. Sono numerose le iniziative di servizio, di proposta culturale, di sostegno, di contrasto alla solitudine e all'istituzionalizzazione, di valorizzazione degli anziani come risorse per la nostra società, che ha promosso e realizzato in Italia e nel mondo
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