Il libro “L’età sperimentale”, edito da Feltrinelli, è una riflessione sulla vecchiaia scritta a quattro mani da Erri De Luca, noto saggista e scrittore italiano, e la sua amica francese Ines de la Fressange, stilista e imprenditrice nel campo della moda. Lui 74 anni e lei 67 affidano alle pagine di questo libro la loro riflessione sulla vecchiaia. La riflessione di Erri De Luca sul tema è intervallata dalle lettere di Ines de la Fressange, che danno al libro il ritmo di un dialogo tra i due. I due autori, diversi per età, provenienza e esperienza di vita, offrono due punti di vista complementari sulla senilità.
Un cortometraggio, prodotto dalla Rai con la regia di Marco Zingaretti, dà voce alla riflessione di Erri De Luca, accompagnandola con le immagini della sua quotidianità. Tra le più suggestive quelle della scalata a corpo libero su una ripida parete rocciosa. Non una sfida ai limiti della vecchiaia ma un monito a non lasciarsi sopraffare dalla rinuncia nel tempo della terza età.
Scrive Erri De Luca della vecchiaia: “È una età sperimentale. Ho la starna sensazione che nessuno è stato vecchio prima di me. La vecchiaia di chi mi ha preceduto non mi fa da modello e non mi prepara a niente. Per il corpo di ognuno quando avviene è per la prima volta”.
La scelta di scrivere il libro è spiegata da Erri De Luca sin dalle prime pagine: siamo in un tempo in cui il cambiamento demografico ci dice di un futuro in cui gli anziani saranno la maggioranza della popolazione e dunque il loro ruolo sarà sempre più decisivo. In questo senso si tratta di una età sperimentale. Sin dalla lettura delle prime pagine del libro è evidente che non si tratta di un manuale sul modo migliore di affrontare la terza età perché l’età della vecchiaia “è diversa per ognuno e non riconducibile ad un canone”.
La vecchiaia è paragonata “alla risalita di un bosco di montagna. Nel fitto delle conifere entra poca luce, vedo giusto quello che mi sta stretto intorno, ma verso l’alto si diradano, si aprono radure, c’è più luce”. Insomma nella vecchiaia c’è più spazio e maggiore libertà. Erri De Luca, usando la saggezza della Bibbia, spiega la libertà partendo dalla vicenda degli ebrei che fuggono la schiavitù in Egitto. Scoprono una libertà che non è sfrenatezza ma è fatta di regole minuziose e disciplina. Così la terza età deve trovare una disciplina nelle proprie giornate per non cedere ad un ozio scandito dalla noia.
Erri De Luca per esempio allena il fisico, con scalate e passeggiate, ma anche la mente, ripetendo a memoria versi di poeti imparati nel tempo. Ines de la Fressange suggerisce di accettare la vecchiaia perché “combatterla fa sembrare ancora più vecchi”.
La vecchia necessita anche di imparare a dialogare con i propri ricordi in una età in cui “il passato è la maggioranza del tempo”, senza che spengano la voglia di vivere il presente.
Non manca nel libro un monito contro “il frequente ricorso alla reclusione di anziani dentro ospizi, oggi chiamati gentilmente residenze e case di riposo, dove si sta tra i pronti ad essere scartati, segregati.” Infondo suggerisce l’autore: “Da giovani abbiamo conosciuto l’esperienza delle comuni. Si può riprovare, se la solitudine intristisce.” Un consiglio che rivela un animo giovane che non teme da anziano di sperimentare la novità di una convivenza.
Così Erri De Luca raccomanda di accettare la vecchiaia volontariamente accogliendola “come una novità da approfondire assecondandone le modificazioni”, concludendo di considerarla “la sua età migliore”.
(Stefania Murari)
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