L’emergenza pandemica ha colpito duramente gli anziani, in modo particolare chi non ha un supporto familiare e non riesce più a stare a casa da solo. Si affaccia allora, per molti anziani soli, l’ombra dell’istituzionalizzazione, prospettata come una soluzione di protezione, sebbene questi due anni di pandemia abbiano svelato una realtà molto diversa, tra visite negate, isolamento ed una mortalità elevatissima.
Ma c’è un’altra storia che possiamo raccontare.
La signora Angela vive nella casa di famiglia, grande, su tre piani, con un grande giardino. Gli anni passano e nonostante una buona salute, la solitudine comincia a creare qualche preoccupazione. L’isolamento, motivato dalla giustificata paura di contrarre il Covid-19, comincia a pesare. La casa che contiene una storia familiare può trovare una nuova vita. La figlia le racconta di Lina (i nomi sono di fantasia) che ha da poco perso il marito e vive angosciata nelle stanze vuote di casa sua; di Gina, dimessa dall’ospedale, che ha una grave malattia e per quanto conservi la sua autosufficienza teme per il futuro. E poi c’è Maria, che non vuole pesare più sul figlio che la ospita in casa; e ancora Antonietta, che si sente disorientata e non riesce ad organizzarsi la vita. E allora viene un’idea: accogliere chi può aver bisogno di aiuto per vincere la solitudine e affrontare gli acciacchi dell’età almeno in questo brutto periodo. Chi saranno? ce la faremo? ci troveremo bene? e poi c’è qualcosa da sistemare perché la casa sia adatta alle esigenze di chi potrebbe abitarla.
La Comunità di Sant’Egidio a Borgomanero, in provincia di Novara, è presente fin dagli anni ’80 e da sempre è amica degli anziani e li aiuta a vivere per rimanere nelle loro case, senza dimenticarli quando vengono ricoverati. La figlia di Angela, proprietaria dell’immobile, offre la casa a Sant’Egidio che, con l’aiuto di Fondazione Cariplo, rimette in funzione l’appartamento al primo piano: la casa di Angela può così cominciare ad accogliere le nuove amiche. Condividere le necessità e le risorse è il principio decisivo della solidarietà e così nel giro di 4 mesi si crea una convivenza solidale dove si dividono le spese e quando non si riesce, si può contare sulla solidarietà di Sant’Egidio. Amici, amiche, un’assistente familiare condivisa, giovani e meno giovani che partecipano alla vita della casa e Angela e le sue amiche anziane non sono più sole.
Per loro l’emergenza da Covid-19 ha rappresentato un grande dramma, ma anche una nuova opportunità per sperimentare quello che desideravano: dar vita nuova a case con un grande passato, ma piene di paura per il futuro. Il Covid, vissuto insieme, ciascuno coi suoi spazi, ma con dei punti di riferimento accessibili e presenti, spaventa meno e fa sentire sicuri di poter traghettare la propria vita aldilà della tempesta di oggi. Domani si vedrà: forse la convivenza solidale nata per rispondere all’emergenza solitudine causata dal Covid-19 continuerà, forse qualcuno tornerà a casa propria e altri amici potranno partecipare di quella che non è più un esperimento, ma una piccola realtà familiare che mette in pratica il più importante insegnamento di questo tempo di pandemia: “nessuno si salva da solo, perché siamo tutti sulla stessa barca“. E così la barca della casa di Angela ha attraversato la tempesta e offerto un esempio. Continuerà? Forse la lezione del Covid è solo l’inizio di un diverso modo di vivere anche la vecchiaia.
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