“C’è bisogno di ripudiare la guerra luogo di morte, dove i padri e le madri seppelliscono i figli, dove gli uomini uccidono i loro fratelli senza averli nemmeno visti, dove i potenti decidono e i poveri muoiono“. Così Papa Francesco parlava all’Angelus del 27 marzo, mettendo in evidenza l’ingiustizia di una guerra il cui prezzo è pagato dai più poveri e fragili. Fra questi fragili c’è il popolo degli anziani ucraini, intrappolati nelle città bombardate, nelle loro case e negli istituti di ricovero oppure in fuga verso la Polonia e altre parti d’Europa. Stanno rivivendo l’incubo della loro giovinezza: la guerra madre di tutte le povertà.
Qualcuno ha definito quanto sta accadendo “la crisi umanitaria più anziana del mondo”: nel 2021 oltre 10 milioni di ucraini erano over 60, circa un quarto dell’intera popolazione. E oggi questo popolo di anziani è colpito dalla guerra. Non accade in nessuna altra parte del mondo che un così alto numero di anziani sia coinvolto in un conflitto. Già prima della guerra la loro condizione era difficile. Nel 2018 l’aspettativa di vita in Ucraina era per i maschi di 67.6 anni e per le femmine di 77.1 anni (dato complessivo 72,5), al novantanovesimo posto nella classifica mondiale e 6 anni sotto la media dell’Unione Europea . Le pensioni troppo basse non permettevano a tanti anziani di arrivare alla fine del mese, non potevano mangiare, pagare l’affitto o curarsi. Tra i poveri in strada molti erano anziani, proprio per questa povertà economica oltre che sociale, ed anche per questi motivi molti ricorrevano al ricovero negli istituti. Le condizioni di salute e l’accesso alle cure mediche mostrava già delle criticità e la pandemia ha aggravato questa situazione; basti pensare che quasi il 64% di tutta la popolazione ucraina non è vaccinata contro il Covid. Sappiamo dalle notizie che arrivano quanto sia grave l’emergenza sanitaria per tutto il paese e possiamo immaginare quali difficoltà vivano in questo contesto le persone anziane e malate.
L’Associazione HelpAge in un recente sondaggio, che ha riguardato più di 1500 anziani ucraini, ha rilevato come nove persone su dieci ha bisogno di aiuto per mangiare, perché ha problemi di mobilità, vive da solo o ha problemi economici. Il 79% di questi anziani non ha accesso all’acqua potabile e oltre il 90% è senza energia elettrica, con temperature esterne ancora molto rigide. Il 75% chiede articoli per l’igiene personale e il 34% farmaci per le malattie croniche. Questo alla fine marzo; oggi la situazione è ancora più difficile causa del protrarsi della guerra. Molti anziani sono rimasti nelle loro case o negli istituti e neanche provano a cercare riparo durante i bombardamenti; spesso i familiari lasciano la loro città per fuggire in luoghi più sicuri, ma loro scelgono di non andare via, un po’ perché tristi e rassegnati ma anche per non essere d’intralcio alla fuga dei loro familiari.
La Comunità di Sant’Egidio in Ucraina non ha dimenticato i loro amici poveri e anziani, si sono impegnati con coraggio per aiutarli a farli uscire da queste strutture, riuscendo così a metterli in salvo. Per alcuni di loro hanno cercato una nuova casa e si sono aperte nuove convivenze, è proprio di questi giorni la notizia di una nuova casa aperta a Leopoli dove quattro amici anziani evacuati da Kiev, hanno finalmente trovato un posto e un po’ di serenità, circondati di affetto. Allo stesso tempo non si è mai fermata la distribuzione di cibo e di aiuti per più di 400 poveri tra cui tanti anziani nella città di Kiev.
Anche chi è riuscito a fuggire ha affrontato enormi difficoltà. Le comunità di Sant’Egidio in Polonia e in Slovacchia ne hanno incontrati tanti alla frontiera stremati dal lungo viaggio, spesso in compagnia dei nipotini, che sono riusciti a mettere in salvo. Se c’è una buona notizia in questa guerra è la solidarietà di tanti, come ha recentemente detto Marco Impagliazzo in un’intervista. Una solidarietà larga, estesa anche ai nostri paesi europei, di tanta gente coinvolta negli aiuti e nell’accoglienza. E’ questa l’unica forma di resistenza vera, accanto agli anziani e ai poveri della popolazione ucraina.
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