Nessuno ha suonato al suo campanello, nessuno le ha fatto una telefonata, si è preoccupato per lei, per due lunghissimi anni. La sua cassetta delle lettere si è riempita, il suo giardino è rimasto incolto e Marinella è morta sola, nella sua casa di Prestino, alle porte di Como. Ma il suo nome, la sua storia, bussano con forza alla nostra porta. Perché sappiamo che la solitudine e l’isolamento sociale sono delle vere e proprie piaghe che nella nostra società prendono il posto lasciato delle reti familiari e sociali sempre più rarefatte. Ce lo dicono le statistiche. Uno studio ISTAT del 2021 ha rivelato che 1,2 milioni di anziani dichiarano di non poter contare su un aiuto adeguato alle proprie necessità, di cui circa 1 milione vive solo oppure con altri familiari tutti over 65 senza supporto o con un livello di aiuto insufficiente. Si tratta di una condizione che accomuna metropoli e piccoli centri. Roma è una città di soli e di anziani: le famiglie con un solo membro sono il 44%; gli anziani soli sono 250.000 su 626.000. Secondo un recente studio di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil in Lombardia un terzo degli anziani vive ormai da solo.
Ma ce lo raccontano con molta più forza le decine, più probabilmente le centinaia – nessuno lo sa veramente – di uomini e donne, spesso anziani, che ogni anno muoiono in casa e vengono ritrovati dopo giorni, mesi, anni nei condomini delle nostre città. E le porte chiuse, a volte sigillate dai vicini per non sentire cattivo odore, non sono solo le loro. Anche le nostre sono ancora chiuse, talvolta sbarrate. Chi si ricorda più di Maria Carmela Privitera, l’insegnante in pensione di 63 anni, trovata morta a Ponte di Nona, alle porte di Roma, nel 2015, dopo due anni il giorno del suo sfratto dall’ufficiale giudiziario? Oppure di Lelio Baschetti, classe 1943, un docente di matematica in pensione che viveva a Santa Marta, non distante dal porto di Venezia. In casa c’erano libri ingialliti, vestiti impolverati, immondizia impietrita. Accanto al cadavere, ritrovato nel 2018, un portafogli, che aveva dentro la ricevuta di un prelievo bancario del settembre 2011 e 700 euro in contanti. La data, settembre 2011, è con ogni probabilità quella della morte. Potremmo fare tanti altri nomi, raccontare altre storie. Forse andrebbe fatto.
Perché l’assottigliarsi delle reti familiari e sociali, nelle periferie e nei piccoli paesi, insieme al numero crescente di persone sole comporta un maggior rischio di isolamento e può trasformare l’isolamento in solitudine, talvolta estrema. Anche la letteratura medica ha provato come isolamento e solitudine risultino associati ad un aumentato rischio di sviluppare o peggiorare la propria condizione di salute. In questo senso, sono considerati fattori di rischio al pari dell’obesità e del fumo. Allora vivere soli è triste e pericoloso per la salute. Morire, soli, è ancora più tragico. Lo sanno bene i famigliari che in questi mesi di pandemia non hanno potuto accompagnare i loro cari con la propria presenza. Lo ha fatto notare recentemente Papa Francesco, nella catechesi dell’udienza generale: “Terribile, la morte era dappertutto, e tanti fratelli e sorelle hanno perduto persone care senza poter stare vicino a loro, e questo ha reso la morte ancora più dura da accettare e da elaborare”.
Ma nel nostro palazzo, nel nostro quartiere quante Marinelle ci sono? Chi le vede? Chi ci parla? Solitudine ed isolamento sociale possono essere condizioni che tutti attraversano nella vita. La Comunità di Sant’Egidio, da molti anni, conosce e incontra la condizione di invisibilità in cui si sprofonda quando non c’è nessuno che se ne accorge, che ti saluta, ti conosce, ti chiama per nome e ti chiede come stai. La solitudine si contrasta con un cambiamento culturale che pone al centro la debolezza e la fragilità, con interventi sociali mirati a supportarlo. Il Programma Viva Gli Anziani! è nato proprio per questo, come un nuovo modello di welfare di prossimità centrato sulla domiciliarità e sulla costruzione delle reti di vicinato, realizzando un sistema di monitoraggio attivo della popolazione over 80 che supporta le situazioni di fragilità e isolamento con una serie di interventi telefonici e domiciliari.
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