Gli anziani sono i più colpiti dalle conseguenze dirette e indirette della pandemia. La paura del contagio e l’impossibilità di uscire stanno mettendo a dura prova un’intera generazione più avanti negli anni. Ma gli anziani sono una parte molto attiva del tessuto soldiale della nostra società e, quando possono, sanno riorganizzarsi e riconvertire il loro desiderio di fare del bene, in tanti modi, spesso inaspettati.
Come a Scampia, periferia nord di Napoli, dove c’è un grande campo rom, con tanti bambini e neonati. Una studentessa rom ha segnalato al Programma Viva Gli Anziani! di Sant’Egidio la difficile situazione di due piccoli di pochi mesi a cui mancavano latte, omogeneizzati e pannolini, poiché i loro genitori hanno recentemente perso il lavoro. E la solidarietà è arrivata, veloce ed efficace: una professoressa in pensione, attivista del sostegno scolastico che Sant’Egidio offre ai bambini in difficoltà e a rischio dispersione, insieme ad un’altra docente in servizio al “G. Ferraris” di Scampia, hanno provveduto a donare ciò che serviva ai due neonati.
Un’altra anziana di Fuorigrotta, zona occidentale di Napoli, parrucchiera in pensione, che con Sant’Egidio visitava una volta al mese le detenute, curando in modo particolare le loro acconciature, in questo tempo di lockdow non ha voluto far mancare la propria solidarietà: si è attivata per cucire mascherine per le persone che vivono in strada e preparare buonissimi biscotti fatti in casa, ricevendo in cambio tante parole di ringraziamento e benedizioni.
Alcuni anziani di Sant’Egidio del Rione Sanità, anche loro impegnati nel sostegno scolastico, pur in un momento di ristrettezza economica personale, hanno voluto essere vicine concretamente ai loro bambini, contribuendo economicamente per dare un po’ di sollievo alle famiglie, in grande difficoltà.
E’ una generazione di anziani che può dare ancora molto alla nostra società: concreta e generosa, ci ricorda la bellezza dell’amicizia tra giovani e che il futuro è vivere insieme. Magari a casa propria e non in una casa di riposo. Come ci diceva, alcuni anni fa, Maria nella sua lettera: “Forse vivrò di più, sicuramente vivrò meglio”.
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