Tempo di coronavirus, tempo di riscoperta della solidarietà tra vicini di casa, nel proprio quartiere.
È quello che sta succedendo anche all’Esquilino, rione vivace e multietnico, dove si respira un’aria surreale nelle strade vuote e silenziose, popolate solo dai poveri sempre più smarriti, che non hanno più i loro punti di riferimento.
Ma la solidarietà non si è spenta in queste circostante. Tante realtà associative si sono collegate fra loro e si sono messe al lavoro perché nessuno sia lasciato solo.
E tante le persone che hanno sentito il bisogno di mettersi a disposizione, di aiutare il proprio vicino anziano, il senza tetto di cui non conoscono il nome, la famiglia di immigrati della porta accanto rimasta senza lavoro.
E rivolgendosi alla Comunità di Sant’Egidio hanno trovato l’occasione per contribuire con generosità, partecipando alla preparazione delle cena itinerante, cucinando a casa propria, aiutando nella distribuzione o mettendosi a disposizione per la consegna della spesa agli anziani.
Tante anche le richieste di chi non riesce più ad arrivare alla fine del mese: anziani preoccupati per i figli senza lavoro, famiglie con bambini e tra queste famiglie, quelle che vivono nell’occupazione di Via S. Croce in Gerusalemme, salita agli onori della cronaca, dopo il bel gesto di Padre Konrad, elemosiniere del Papa, che fece riattivare la luce elettrica nel palazzo nel maggio 2019.
Per rispondere a questo bisogno crescente, in occasione della Pasqua, la Comunità ha organizzato la distribuzione di 60 pacchi di alimenti, consegnandoli a domicilio a varie famiglie del quartiere e portandoli al palazzo occupato, insieme ad una sorpresa per i 100 bambini, che qui vivono: uova di Pasqua “DREAM” donate dagli anziani della Comunità insieme alle uova dell’Associazione AIL Onlus, che ugualmente ha organizzato una raccolta.
La distribuzione è stata possibile grazie al contributo di tanti abitanti del rione, che hanno lasciato la loro “spesa sospesa” per la Comunità presso i supermercati del rione, iniziativa promossa Municipio I.
È proprio vero sempre, ma più evidente in questo tempo, quanto ci ha detto Papa Francesco nella preghiera del 27 marzo: “ Nessuno si salva da solo”, scritta che non a caso campeggia in questi giorni sul portone del palazzo dell’occupazione.
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