Radio Vaticana 09/07/2016 13:33
“Aiuta il tuo vicino”. È questo lo slogan, di fronte all’emergenza caldo, con cui la Comunità di Sant’Egidio lancia un appello rivolto alle autorità e ai cittadini perché si intensifichino le iniziative a tutela degli anziani, con atti di solidarietà e segnalando tempestivamente le situazioni di criticità. La Comunità sarà presente con migliaia di volontari in oltre 20 città italiane per garantire visite ed interventi d’urgenza. Marina Tomarro ha intervistato Chiara Inzerilli, responsabile del Programma “Viva gli Anziani!” per la Comunità di Sant’Egidio:
R. – Il messaggio è semplice: vogliamo mettere in evidenza il fatto che tutti noi abbiamo degli anziani in famiglia o dei vicini anziani o dei conoscenti che in questo periodo potrebbero trovarsi in difficoltà a causa del grande caldo e della solitudine che aumenta nel periodo estivo. Quindi la Comunità di Sant’Egidio rivolge un invito a tutti i cittadini, alle associazioni, alle istituzioni, ma è anche un invito personale ad ogni di noi, ad occuparsi del proprio vicino anche in modo semplice bussando alla porta, cercando di accertarsi che non ci siano problemi e ricordandosi che una persona che si vede spesso e che quel giorno non ha aperto la porta, può aver avuto un problema. È un invito alla responsabilità e alla solidarietà, in particolare in quest’anno dedicato alla Misericordia.
D. – La vostra iniziativa abbraccia tutta l’Italia, dal nord al sud. Ma qual è la situazione degli anziani in questo momento?
R. – Gli anziani in Italia sono una realtà consistente. Il nostro è il secondo Paese al mondo per longevità. Questo a fronte di un sistema ancora traballante dal punto di vista del welfare e la protezione delle persone con fragilità. Quindi questo ci allarma e ci chiama tutti ad una maggiore responsabilità, a pensare anche a servizi modi di agire collettivi nuovi che possano proteggere tutti, perché è la garanzia anche per tutti noi essere aiutati in futuro oltre che nel presente.
D. – Quali sono le maggiori difficoltà che hanno?
R. – Il problema che è emerso in questi ultimi anni, è soprattutto quello dell’isolamento sociale, una condizione nuova delle nostre città e che rappresenta una tragedia perché porta persone che avevano una vita attiva al di fuori dei circuiti della vita. Questo è rilevante anche dal punto di vista della salute, perché questo isolamento sociale alla fine provoca più morti dello stesso fumo e dei fattori di rischio più riconosciuti. È una dimensione nuova che non coinvolge solo gli anziani ma è appunto un po’ un male per la nostra società. Ad esempio coinvolge anche le famiglie formate da una sola persona, le mamme sole con figli, i giovani da soli. Chiunque si trova a vivere in una scarsità di rapporti umani va incontro a maggiori rischi per la sua salute e per la sua possibilità di vita.
D. – Cosa si potrebbe fare di più per loro?
R. – La nostra proposta è quella di aiutare tutti, come la Comunità di Sant’Egidio già cerca di fare ovunque si trovi, sia qui a Roma che in Italia o in altre parti del mondo. Quindi essere solidali con questa generazione e da parte della istituzioni sarebbe opportuno creare dei sistemi di protezione come ad esempio quello che noi sperimentiamo a Roma da ormai 12 anni, il Programma “Viva gli Anziani!”, un’iniziativa sostenibile a bassissimi costi che protegge un numero elevato di anziani – oltre cinquemila qui a Roma – e questo permette un controllo delle situazioni più gravi e anche la prevenzione di tante situazioni di isolamento e anche la prevenzione del ricorso all’istituto o all’ospedale quando non ce n’è bisogno, quando il problema riguarda solo la solitudine. Questo sistema di protezione – ci sentiamo di dire – potrebbe essere incrementato o allargato per permettere di arrivare lì dove non arrivano i servizi tradizionali. Bisogna pensare a sistemi di protezione a copertura universale che siano leggeri e poco costosi per la società ma che coinvolgano un po’ tutti. In questo servizio coinvolgiamo, oltre i nostri operatori, un largo giro di persone che hanno dato una disponibilità massima come i vicini di casa, i commercianti che lavorano già molto in questo settore. Tutte persone che sono già intorno agli anziani o che vivono accanto agli anziani e che sono pronti a fare anche un piccolo gesto in più, a segnalarci le situazioni di difficoltà, ad andare a bussare alla porta quando non si hanno notizie di una persona. Queste piccole cose che poi in realtà non sono piccole perché poi salvano a vita di tante persone.
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