«NOI, IN CASA DI RIPOSO, SAPPIAMO CHE COSA SIGNIFICA LASCIARE TUTTO»:
La vicinanza ai profughi sbarcati in questi ultimi mesi sulle coste italiane e l’indignazione per un’Europa incapace di accogliere hanno coinvolto anche gli anziani della Comunità di Sant’Egidio a Genova.
La testimonianza forse più commovente è stata quella di un gruppo di anziani di diversi istituti cittadini: durante il soggiorno estivo a Sestri Levante, nel mezzo di giorni di amicizia e divertimento, hanno ascoltato insieme ai giovani che li hanno accompagnati le storie delle migrazioni di donne e uomini africani. Ne hanno discusso a lungo e, insieme, hanno elaborato una lettera da consegnare ai profughi presenti in questi giorni a Genova. Ecco il testo della lettera:
Ragazzi! Amici!
Siamo anziani genovesi che vivono in un istituto..
Abbiamo saputo che siete arrivati a Genova e che siete profughi: con questa lettera vorremmo darvi il benvenuto nel nostro Paese e nella nostra città. Tutto quello che abbiamo è vostro: prendete a piene mani, ve lo diamo con affetto e amicizia perché voi avete passato tante traversie e disagi. È difficile trasmettere su un foglio tutto quello che abbiamo nel cuore. Vorremmo che per voi Genova fosse un porto sicuro, un porto carico di amicizia e comprensione. Vorremmo che l’Italia con voi imparasse finalmente ad essere un paese accogliente: accogliente non per dovere, ma con il cuore.
Noi siamo anziani e abbiamo conosciuto la sofferenza della guerra: tanti di noi sanno che cosa sono le difficoltà della vita e il dolore di non essere accolti. Non si è accoglienti quando non si capiscono gli altri, quando non si entra “nella testa degli altri” quando non si conosce: sì, perché per vivere bisogna conoscere, sennò non si vive bene. Non essere accolti è per noi un problema anche oggi: siamo anziani, viviamo in istituto, ci sentiamo spesso disprezzati. Quando siamo entrati in istituto siamo usciti dal portone e abbiamo lasciato tutto: crediamo che sia qualcosa di molto simile a quello che è successo a voi. All’inizio eravamo disperati e pensavamo di aver perso tutto: gli affetti, la casa, gli amici, la vita.
Ma poi abbiamo incontrato la Comunità e gli affetti li abbiamo ritrovati: è incontrare gli amici che cambia tutto.
Abbiamo così capito l’importanza di un sorriso e di una parola gentile, di una visita, di un abbraccio. E questa lettera vorrebbe trasmettervi questo: il nostro sorriso, una parola gentile, un abbraccio.
Vi auguriamo tanto bene e che siate accolti ovunque con tanto affetto e tanta comprensione.
Vi auguriamo tanta fortuna per la vostra vita e quella della vostra famiglia.
firmato Gli anziani di alcuni istituti genovesi
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