Lidia Ravera, che ha conosciuto la notorietà grazie al libro Porci con le ali che descrive i giovani degli anni ‘70, ha scritto qualche anno fa un romanzo sugli anziani dal titolo “Piangi pure” (2013). Questo romanzo, in maniera molto scorrevole e convincente, descrive la quotidianità di Iris, che all’età di 79 anni vede progressivamente cambiare la propria vita e si interroga sul futuro. Iris vive sola ed è in ottima salute, ma quando, per risolvere i propri problemi economici, si vede costretta a vendere la nuda proprietà della casa in cui abita, incomincia a sentirsi invecchiata. Come molti altri anziani che si trovano a fare questa scelta, la protagonista del romanzo conosce un periodo di tristezza e comincia ad avere paura di non saper affrontare i problemi, che si presenteranno con l’avanzare dell’età. Non le è di aiuto la figlia, intelligentissima ma antipatica, troppo concentrata su di sé per comprendere i cambiamenti che attraversano la vita della madre. Mentre Iris trae qualche conforto almeno dal rapporto con la nipote, bella e frivola, che si confida con la nonna e chiede consigli. Iris comincia un po’ per caso a confrontarsi con Carlo, lo psicoanalista che lavora al pianterreno, con cui da tre anni ha la consuetudine di prendere il caffè al bar di fronte a casa. Carlo è una buona conoscenza, quasi un amico. È lui che le consiglia di tenere un diario per focalizzare e dominare le paure alimentate dalla consapevolezza di cominciare ad invecchiare. Iris comincia a scrivere e si scopre innamorata di Carlo. Così decide di lasciar spazio anche nella vecchiaia alla novità di una nuova relazione. La compagnia di Carlo rende via via la vecchiaia meno minacciosa. In questo romanzo Lidia Ravera non racconta semplicemente una storia d’amore tra due anziani, ma descrive molto bene la vecchiaia in tutti i suoi aspetti: le difficoltà economiche, i problemi di salute, i rapporti con i familiari, le paure e le aspettative. Soprattutto ci offre un lieto fine: la scoperta che la vecchiaia con la vicinanza di qualcuno non fa più paura.
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