Recentemente il nostro blog si è occupato del caso degli alloggi destinati agli anziani dall’Amministrazione Comunale di Napoli, che si stanno svuotando dei loro legittimi assegnatari per essere occupati abusivamente da altri soggetti, sotto gli occhi distratti delle Istituzioni.C’è voluta la campagna stampa della Gazzetta del Mezzogiorno, per riportare l’attenzione pubblica su questo spinoso argomento. Ne parliamo con Antonio Mattone, della Comunità di Sant’Egidio di Napoli, che da anni si fa promotrice di iniziative a favore degli anziani della città.
D.: Il caso degli alloggi “Cardinal Mimmi” è un caso unico a Napoli o ne esistono di analoghi?
Antonio Mattone:Non si tratta di un caso isolato; a Napoli esistono almeno tre esempi di residenzialità dedicata espressamente alle persone anziane; appunto “Cardinal Mimmi”, il Ritiro San Vincenzo ed il Ritiro San Nicola; si tratta di esperienze sorte durante l’Amministrazione Bassolino, anche grazie alle suggestioni raccolte dalla società civile. All’epoca fu la Comunità di Sant’Egidio a prospettare la possibilità di riservare degli alloggi nel centro della città ad anziani con difficoltà economiche e abitative. Il problema è che quello che era un fiore all’occhiello del’Amministrazione, si è lasciato al degrado degli anni successivi, fino alla scandalosa attualità, dove come abbiamo letto, sono rimasti pochi anziani, incistati in una realtà di abbandono, a difendere il loro diritto all’abitare, senza il sostegno dell’Istituzioni.
D.: Come venne all’epoca l’idea di quella proposta?
Antonio Mattone: La Comunità di Sant’Egidio da più di quaranta anni ha a cuore la condizione degli anziani delle nostre città italiane e non solo. E fin dall’inizio si è resa conto di quanto il tema della casa fosse centrale per garantire dignità e speranza di vita alle persone anziane. Per un vecchio la casa è tutto o quasi. Perdere la propria casa, esserne allontanato quasi sempre è l’inizio di quello sradicamento dalle proprie abitudini, dal proprio ambiente, che può portare ad un totale abbandono fino alla morte.
Per questo da sempre difendiamo il diritto dell’anziano a rimanere a casa propria, o dove questo non sia possibile, a rimanere in contesti vitali, non lontani dai quartieri, né dal centro delle nostre città, favorendo le soluzioni di coabitazione, dove si possono iniziare nuove avventure umane anche a ottanta anni.
Per questo all’epoca proponemmo l’idea di assegnare degli alloggi agli anziani, nel cuore della nostra città, dove la vita pulsa ed i servizi sono più accessibili.
Ci auguriamo dunque che l’intuizione di qualche anno fa non vada sprecata nell’incuria e nella mala gestione, ma anzi venga ripresa con forza, proprio in questo momento di crisi profonda dove c’è più bisogno di mettere insieme energie e risorse, pubbliche e private.
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