La recente ricerca “Longevi e non autosufficienti in Italia: il piano della cultura sociale collettiva” realizzata dal Censis in collaborazione con Fondazione Generali evidenzia il ruolo positivo che gli anziani esercitano nel sostegno alle famiglie, ma anche le grandi difficoltà che le medesime famiglie devono affrontare nel momento in cui proprio i loro anziani cominciano ad aver bisogno di assistenza. Secondo lo studio, negli ultimi anni si è avuto un considerevole spostamento della ricchezza verso le fasce più anziane della popolazione. La ricchezza familiare netta delle famiglie anziane è cresciuta infatti del 117,8% negli ultimi vent’anni (tra il 1991 e il 2012), cioè più del doppio di quella del totale delle famiglie italiane (+56,8%). Inoltre il 79,6% delle famiglie anziane (rispetto al 71,6% del totale delle famiglie italiane) possiede almeno un immobile. Anche i più giovani hanno potuto godere di questa ricchezza che ha consentito a molti di poter comprare una casa e metter su famiglia. Ancora oggi i lavoratori anziani sono 1,3 milioni. Continua a lavorare in tarda età soprattutto chi ha un alto titolo di studio ed elevate competenze. Spesso questa scelta è dettata proprio dal desiderio di aiutare i propri figli a mantenere un elevato tenore di vita.
E’ bene sottolineare che gli anziani sono primi attori del Welfare “fai da te”, quello che tiene insieme le nostre comunità e che ha ammortizzato l’impatto sociale della crisi. Nove milioni di anziani si prendono cura dei nipoti, 7 milioni contribuiscono economicamente al sostegno delle famiglie dei figli (di cui 1,5 milioni regolarmente, attivando un flusso redistributivo di risorse pari a 5,4 miliardi di euro all’anno), 4,7 milioni (972mila regolarmente) danno assistenza ad altri anziani bisognosi o non autosufficienti. Purtroppo però quando le fasce più anziane della popolazione cominciano ad avere necessità di un aiuto, l’assenza di adeguate risposte del servizio pubblico nazionale può mettere in crisi l’economia di intere famiglie. I membri di 909 mila famiglie italiane si sono dovuti auto-tassare per assicurare l’assistenza necessaria a un familiare anziano non autosufficiente: per pagare la badante o per coprire la retta della residenza protetta. Sono 330 mila le famiglie che hanno dovuto utilizzare tutti i risparmi per pagare l’assistenza, 190 mila hanno dovuto vendere l’abitazione con la formula della nuda proprietà, 152 mila si sono dovute indebitare. Quando manca questa rete familiare la condizione economica degli anziani, peggiora nettamente all’aumentare della fragilità. In Italia si stimano in almeno 167mila gli anziani con limitazioni funzionali che avrebbero bisogno di aiuto e non ce l’hanno. E 2,1 milioni di longevi con limitazioni funzionali non ricevono la necessaria assistenza sanitaria a domicilio. Rompere l’isolamento che pesa sulla vita di chi è più avanti negli anni e garantire loro la
giusta assistenza, potrebbe essere un primo modo per ripagare gli anziani che con i loro sforzi, come evidenzia questa ricerca del Censis, si fanno spesso carico di vere e proprie politiche di welfare a vantaggio dei loro figli e nipoti.
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