Il 18 febbraio si è tenuta presso la biblioteca Comunale Basaglia l’evento “Istituti porte aperte: storie di anziani in casa e in istituto”, conferenza-dibattito per affrontare il tema della vecchiaia e presentare il romanzo “L’uomo che non tornò a casa”, scritto da Vittorio Maria Petrelli e Luigi Iacurto, due anziani ospiti della casa di cura “Villa Verde”.
Alla conferenza sono intervenuti Barbara Funari , Assessore ai Servizi Sociali del Municipio IX, Roberta Nicoli, Funzionaria dell’U.O. “Terza Età e Case Riposo” del Comune di Roma, Raffaella Blancato, psicologa della Casa di Cura Villa Verde e grande sostenitrice dell’opera dei due autori e infine Paola Carcaterra della Comunità di Sant’Egidio. Il dibattito, alla presenza della Commissione Servizi Sociali del Municipio, è stato occasione per discutere anche di possibili alternative all’istituzionalizzazione.
Differenti esperienze sono state messe a confronto: quelle di anziani che vivono in cohousing e a casa propria e quelle di chi vive in casa di riposo o in Residenze Sanitarie Assistite, luoghi ispiratori del romanzo.
Il tema della vecchiaia è stato trattato non come un problema ma come una risorsa. L’Assessore Barbara Funari ha infatti sottolineato che : “migliorare la condizione degli anziani significa migliorare la condizione di tutta la città”. Per questo è necessario cercare strade e percorsi istituzionali nuovi che rispondano meglio ai bisogni e alla volontà degli anziani.
Nello stesso tempo ha ricordato Paola Carcaterra : “è importante umanizzare gli istituti perché siano ambienti più simili alla propria casa che ad un ospedale, luoghi con le porte aperte, in cui gli anziani non rimangano isolati e abbiano la possibilità di uscire frequentemente”.
Il libro presentato è il frutto dell’ amicizia e collaborazione tra Vittorio e Luigi che, nonostante il ricovero, hanno voluto lavorare insieme alla nascita del volume. Il loro entusiasmo ha coinvolto il personale della casa di cura che li ha sostenuti e aiutati.
La loro storia è un bell’esempio della vitalità che c’è in tanti anziani e di come possa essere “contagiosa” coinvolgendo attorno a sé energie positive e diverse generazioni. Lo ha ricordato Luigi, uno degli autori, che ha voluto ringraziare per l’aiuto ed il sostegno ricevuti che lo hanno preservato in un momento di grande difficoltà.
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