Duilio, 62 anni, vive presso l’istituto “Ancelle del Buon Pastore” 
Con il suo amico Sergio in Piazza San Pietro
Ecco le storie e i volti della Pace, che auguriamo al nostro mondo per questo 2014 appena iniziato! Molti gli anziani presenti alla manifestazione «Pace in tutte le terre», promossa dalla Comunità di Sant’Egidio in occasione della Giornata Mondiale per la Pace.  All’ avvio della Marcia  il Presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha parlato della guerra come “madre di tutte le povertà” e ha ricordato l’inizio della prima guerra mondiale in Europa, avvenuto proprio cento anni fa. 
Mustafà, 72 anni, vive nella casa di riposo “Santa Francesca Romana”. 
Con Chiara e Sergio all’Angelus del 1 gennaio
 

Gli anziani sono forse fra quelli che hanno più viva la coscienza dell’orrore della guerra. E per questo si sono messi in movimento giorni prima, per poter partecipare all’evento e dare la loro testimonianza. Particolarmente significativa la presenza di alcuni di loro, che vivono in istituto, e in occasione delle feste hanno potuto condividere la vita della Comunità, come ospiti d’onore nelle case di amici. Hanno potuto così partecipare a momenti di festa, alla liturgia e alla Marcia per la Pace, conclusasi con le bellissime parole di Papa Francesco, che ha invitato tutti a fermarsi e a liberare il cuore dalla violenza. 
 Nel suo intervento all’inizio della Marcia, Alice,  una graziosa e decisa liceale del movimento “Giovani per la Pace” aveva messo in evidenza come l’isolamento degli anziani sia una violenza paragonabile alla guerra. Aveva detto: “A volte mi sembra che verso gli anziani ci sia proprio una guerra. Gli si fa capire in modo più o meno chiaro che non c’è più posto per loro: è meglio che gli anziani se ne vadano via… Noi diciamo NO a questa “cultura dello scarto”, come la chiama Papa Francesco. Chi non vale è da buttare via, come un vestito vecchio…”. Costruire la Pace allora è anche lottare per rompere quest’isolamento, far uscire gli anziani dagli istituti, invitarli a pranzo, a casa propria, perché non si sentano più scartati e ai margini della vita.

Leggi l’intervento di Alice, dei Giovani per la Pace