“…i vecchi faranno dei sogni…”: lo scriveva il profeta Gioele, pensando alla venuta di un mondo nuovo, improntato all’amore come regola dei rapporti tra esseri umani e tra le nazioni. Un sogno bello ma impossibile? Un’utopia irrealizzabile? No, affatto, e la vita di tanti vecchi “sognatori”, celebri come papa Giovanni XXIII o nascosti nelle pieghe di una quotidianità sconosciuta ai più, lo testimoniano.
Per questo ci piace ricordare brevemente un’amica che ci ha lasciato da poco, Enrichetta Vitali. Un’anziana di 91 anni, che nell’incontro con la Comunità di sant’Egidio, quando si sentiva sola e triste per la perdita del marito tanto amato, ha ritrovato il senso della propria vita e ha aiutato tanti a scoprirlo per sé, vecchi più di lei ma anche adulti, giovani e giovanissimi, anche bambini.
Gli ultimi decenni della sua lunga vita sono segnati da tantissimi impegni, accolti e portati avanti in prima persona: dalla tenerezza per gli anziani di un istituto vicino a casa sua, alla raccolta di firme contro la pena di morte;
dall’amicizia con i rom del suo quartiere, all’incontro con il presidente della Repubblica Scalfaro; dalla raccolta di fondi davanti al mercato per sostenere il progetto DREAM per la cura all’AIDS in Africa, alle conferenze per difendere il diritto degli anziani a rimanere in casa propria. E tanto altro ancora. Ma tutto sempre sostenuto e illuminato da un senso umile e spirituale di sé; “ho sempre così tanto da imparare”, diceva, e ogni giorno non mancava mai di raccogliersi in preghiera, in un colloquio franco e confidenziale con quel Dio che non la ha mai abbandonata.
Anche negli ultimi tempi, quando ormai la debolezza la limitava e usciva pochissimo da casa, amava sedersi accanto alla finestra; da lì salutava tutti, raccoglieva domande, offriva conforto, continuando a essere sempre immersa nella vita di tanti.
Enrichetta è stata una vecchia che ha sognato; ha sognato che il mondo cambiasse, che la vita propria e quella di tanti fosse più buona, che i poveri fossero protetti e i deboli sostenuti. Sogni che aveva ricevuto e che aveva fatto propri, senza nasconderli ma moltiplicandoli nella testimonianza a tanti. La sua eredità spirituale è proprio questa: che una donna semplice e marginale può diventare grande nel non chiudere mai la porta della propria vita a chi cerca e ha bisogno. Un’eredità che ognuno può raccogliere e fare propria.
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